L’arte che cura 2012

Madonna della Neve Firenze

Come lo scorso anno, sono tornata a Firenze. Nel tardo pomeriggio di sabato 6 ottobre ho raggiunto il complesso Le Murate in Piazza Madonna della Neve, dove ho partecipato all’appuntamento annuale organizzato dalla Scuola di Luca, inserito nel programma del Festival della salute mentale.
Il seminario titolava:

Arte terapia: forze di vita e di rinnovamento attraverso il colore

  • Maria Grazia Giaume
    Ha aperto la serata sottolineando un importante obiettivo del festival: la condivisione dei diversi percorsi terapeutici riabilitativi. Uno di questi è l’arteterapia a orientamento antroposofico che si rifà all’Antroposofia fondata da Rudolf Steiner. Secondo tale concezione il percorso di guarigione non deve significare allontamento dal mondo ma riscoperta dell’unione intima con esso. La relazione nell’arteterapia diventa la variabile cruciale rispetto all’isolamento dell’artista chiuso nel suo atelier.
    Attraverso l’esperienza artistica si vuole far emergere l’unicità di ogni persona, risvegliare l’artista che è in noi e lavorare sulla forza trasformativa del colore, portatore di armonia. L’idea sottesa all’arteterapia è che ogni persona dipinge così come gestisce la propria vita e proprio sul foglio può trovare la possibilità non solo di esprimere i problemi ma anche di risolverli.
  • Roberto Calosi
    Il dottor Calosi ha proseguito il seminario affermando che l’arte non vuole più ammaestrare e che essa è strettamente legata alla vita dell’uomo sociale. La vita è arte. Scopo dell’arteterapia è promuovere il benessere fisico e armonizzare l’esercizio dei “distretti” neurosensoriale, ritmico e metabolico, sostenere il benessere psichico, nel raggiungimento dell’equilibrio tra pensiero, sentimento e volontà, e favorire il benessere spirituale, facendo appello alla qualità unica in ciascuno di noi.

    Quando un essere umano si esprime artisticamente, lo fa con il suo Io, la sua parte sana. È risanante che una persona possa prendere parte in un processo nel quale, come nella vita, può essere artista, ovvero spregiudicato, fanciullesco…

    L’arte poggia sulla ripetizione, non si gode una volta sola, ma sempre di nuovo, e porta in sé la disposizione a stimolare continuamente l’uomo e a riempirlo di gioia. Dunque, aiuta a superare l’autocommiserazione e a lavorare sull’autoeducazione, che deve necessariamente passare attraverso l’esperienza del dolore.

  • Laboratorio di arte sociale
    Dopo i due interventi, è stata proposta un’esperienza artistica condotta da Tatiana Senatori e da alcune arteterapeute formatesi alla Scuola di Luca. Le conduttrici hanno chiesto che i partecipanti si dividessero in gruppi di sette persone, che non si conoscevano tra loro, e che si riunissero attorno ad un tavolo, sul quale era fissato un grande foglio bianco. Ogni membro del gruppo a turno doveva scegliere una delle crete colorate e intervenire con pochi gesti, in silenzio, osservando sé e gli altri e agendo allo scopo di realizzare qualcosa per il gruppo.

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