Goethe: l’armonia dei colori

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Nella sua teoria dei colori Goethe dedica ampio spazio all’analisi dei colori fisiologici, quelli che l’occhio sano è in grado di creare, secondo un meccanismo di stimolo e reazione. Non li svaluta in quanto aberrazioni o inganni ottici (già nell’antichità, in contrasto con Aristotele, Democrito e gli atomisti definivano i sensi mere illusioni soggettive), ma li pone a fondamento dei suoi studi.

L’occhio è un organo deputato alla visione, esteriormente si presenta formato da chiaro (cornea), scuro (pupilla) e colore (iride).

Immerso nell’oscurità rimane rilassato, in condizione di quiete.
La luce, lo pone in attività.

Quando percepisce lo scuro, esso reagisce e richiama il chiaro.
Viceversa il chiaro richiama lo scuro.

La rètina invita all’opposizione, riporta alla totalità.

Ciò avviene anche in presenza del colore: per circa un minuto, provare a mantenere lo sguardo fisso su una superficie colorata e spostare poi l’occhio su una bianca.
Si può notare l’apparire di una controimmagine del colore opposto.

L’occhio è capace di far sorgere i colori e lavora per polarità, ricrea spontaneamente il complementare.
Sollecitato da superfici colorate, tende a ristabilire l’unità rispetto al colore.
Racchiude in se stesso il cerchio dei colori, secondo un principio di armonia.

Cerchio dei colori

I colori fondamentali o primari sono il giallo, il rosso e il blu, che Rudolf Steiner definisce colori splendore inquanto modificazioni di ciò che splende (Cfr. R. Steiner, L’essenza dei colori).

Il colore complementare rispetto ad un primario è quello formato dalla somma degli altri due fondamentali.

Nell’occhio il GIALLO richiama il VIOLETTO che riunisce rosso e blu.

L’AZZURRO richiama l’ARANCIO che riunisce giallo e rosso.

Il ROSSO richiama il VERDE che riunisce azzurro e giallo.

Ad un livello più profondo possiamo dire che i colori vivono dentro di noi, sono manifestazioni del nostro essere.
Li possiamo percepire esteriormente nella natura e interiormente con la nostra vitalità.
Il colore è il nostro stato d’animo: noi siamo colore.
Il nostro corpo lo dimostra visivamente quando impallidisce, arrossisce o s’infiamma di rabbia.

7 thoughts on “Goethe: l’armonia dei colori

  1. Io ci sono arrivato a tutte le definizioni da solo. Trovo conferma e mi fa piacere. Prendi un metal blanche e componi una fusione col rame, avrai costantemente il giallo. Questo fa deporre sulla non primarietà del giallo, che se spostato verso il blu embè, certo che poi vira nel verde, come avviene negli ossidi di rame… Saluti.

  2. Grazie Angela,
    condivido i tuoi pensieri. Sarebbe meglio evitare di seguire troppo rigidamente un certo orientamento: si potrebbe finire per togliere ad esso freschezza e vitalità. Credo sia più saggio riferirsene in modo personale, facendolo vivere davvero dentro di sé e armonizzandolo con le altre esperienze della vita.
    Un abbraccio anche a te!

  3. Brava Silvia,
    sono perfettamente d’accordo con te . Anch’io talvolta ho notato delle contraddizioni leggendo gli scritti di questi grandi,ed ho pensato ad errori di traduzione o ad interpretazioni personali del traduttore.Comunque in ogni caso, le affermazioni anche se fatte da “Grandi” del passato vanno sempre vagliate al lume del la nostra ragione e della nostra coscienza. A che serve se no l’evoluzione?
    e perchè poi noi dovremmo essere da meno di loro? Nessuno leva loro merito stima e rispetto , ma spesso ho notato un atteggiamento di esagerata rigidità e poca apertura mentale specie nei seguaci di Steiner ,cosa penso lo addolorerà molto dall’altra parte del velo o pralaja dove ora lui dovrebbe trovarsi.
    viva il giallo che è stato x anni il mio colore preferito. ciao Silvia un abbraccio di luce colorata

  4. Se parlate di Steiner, bisogna che siate precisi :

    ” I colori fondamentali o primari sono il giallo, il rosso e il blu, che Rudolf Steiner definisce colori splendore inquanto modificazioni di ciò che splende (Cfr. R. Steiner, L’essenza dei colori).

    Questo è sbagliato dato che nella conferenza del 21 febbraio del 1923, contenuta nel libro GA651, ” Das Wesen der Farben “, i colori fondamentali sono il rosso ed il blu, mentre il giallo ed il verde sono colori secondari di rosso e blu.

    1. Non conosco quella conferenza in particolare; ma ciò non toglie che i colori primari siano considerati il blu, il rosso e il giallo. Goethe aveva anche dimostrato con molti esperimenti che il blu e il giallo (il primo più vicino all’oscurità e il secondo alla luce) tendono per intensificazione al rosso.
      Mi chiedo: perché Steiner avrebbe dovuto contraddirsi, considerando il giallo colore splendore, primario (insieme agli altri due), nelle sue conferenze tenute tra il 1914 e il 1924, raccolte nel testo fondamentale “L’essenza dei colori”, e dire nello stesso periodo che il giallo è secondario (in questa conferenza del 1923)?
      Ho studiato per anni pittura, ho letto Lo Spirituale nell’arte di Kandinkij, la fenomenologia dei colori di Goethe, ripresa da Steiner, e tanti altri trattati sul colore, nessuno ha mai messo in dubbio che il giallo sia colore primario. Non penso proprio che Steiner abbia detto che il giallo sia colore secondario, poiché non deriva da nessun altro colore. Probabilmente intendeva dire qualcos’altro.
      Mi piacerebbe molto conoscere le parole esatte di quel passo, possibilmente con il testo a fronte tedesco per vedere se la traduzione è corretta.
      Non serve comunque scomodare i grandi del passato per percepire come il giallo sia colore così irradiante e luminoso che da nessun altro può derivare.

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