Ich liebe gruene wald 6

Arcangelo Michele

Grünewald, Altare di Isenheim, particolare delle Tentazioni di Sant’Antonio abate

San Michele, figura di luce, è rappresentato come capo delle milizie celesti mentre si scaglia con la lancia a croce contro demoni dalle forme ibride di rettili-insetto, arrampicati o sospesi sopra la casa-corpo dell’eremita Antonio, distrutta dalle devastanti entità malvage scaturite dall’interiorità.
Tra questi esseri oscuri compare all’estrema sinistra la figura di un angelo che sfida come in una danza il mostro accanto a lui e ha lo sguardo rivolto al cielo e il corpo rischiarato da bagliori luminosi.

(vedi altre immagini dell’Arcangelo Michele)

2 thoughts on “Ich liebe gruene wald 6

  1. Dio Padre in cielo è leggero come un fiore di carta rosa.

    San michele usa la lancia a croce che assomiglia tantissimo alla magari-yari, una lancia giapponese antichissima (anche adottata entusiasticamente dai guerrieri a cavallo nella seconda metà del 500).
    Il demone, contro cui combatte, ad un osservatore italiano come il precettore del convento di Isenheim Guido Guersi, passato per Firenze, paradossalmente sarebbe potuto sembrare un San Michele!
    Pollaiolo (Antonio) raffigura il santo che lotta contro il drago con la stessa spada ricurva e lo stesso piccolo scudo rotondo in mano, vestendolo ugualmente di nero.
    Ma se pensiamo che Michele combatte per primi gli angeli ribelli, allora la somiglianza appare molto meno paradossale, e risulta invece molto interessante.

    Lo scudo del demone è un brocchiere, una rotella da pugno con uno spuntone uscente dall’umbone, destinato prevalentemente ai combattimenti in torneo, specie in duello singolo. Esattamente ciò che sta accadendo tra lui e l’arcangelo!
    (spada curva e piccolo scudo rotondo peraltro erano le armi del gladiatore trace il cui elmo era decorato con piume e un grifo. Il suo avversario di solito era il mirmillone, che NON era armato di lancia. ma stupisce la permenenza nei millenni di quell’armamento negli scontri a due).

    San Michele con la mano sinistra aperta sembra fermare la punta dello scudo del demone, mentre con la punta della lancia con precisione colpisce il braccio destro, dell’avversario, che porta la spada. disarmandolo piuttosto che per ucciderlo.
    Si forma così un bellissismo incrocio tra le braccia dei duellanti…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *