Blu

Blu

Osserviamo in concentrazione una superficie blu uniforme. Percepiamo che essa tende a schiarirsi nel suo centro e a scurirsi in periferia: è questa la caratteristica dominante, il suo movimento primordiale.
Da un lato indietreggia visivamente e crea spazio e dall’altro mantiene un confine, un manto protettivo.
Risplende verso l’INTERIORITÀ e attira in attività l’osservatore.
Dunque, esteriormente il blu è passivo mentre interiormente la sua forza diviene attiva.
Il blu è un colore freddo, affine all’oscurità e al nero, è oscurità rischiarata.

Il blu è dotato di un movimento centripeto: si ammassa in se stesso. Per questo, psicologicamente trasmette malinconia, allontanamento, nostalgia del passato.
La melodia triste dei canti delle comunità di schiavi afroamericani, la musica Blues, è associata a questo colore.

Il blu è un colore accogliente, sa porsi in ascolto (in questo è simile all’orecchio) e procura benessere interiore. Quando percepisce il colore blu l’occhio si acquieta e nel suo intimo l’uomo si sente in pace.
Rudolf Steiner lo definisce Splendore dell’Anima perché è profondità e passaggio verso lo spirituale.
L’aspetto immateriale del blu è sentito fortemente anche da Yves Klein. Nel 1960 l’ufficio brevetti francese registra ufficialmente il suo International Klein Blue (IKB) un pigmento blu oltremare che l’artista sperimenta e utilizza per ricoprire opere d’arte. Sceglie questo colore proprio perché espressione della spiritualizzazione della materia.

Il blu rappresenta l’aspetto ricettivo e femminile. Nell’iconografia cristiana la Vergine Maria è rappresentata con il mantello blu, poiché è colei che ha accolto in sé il Logos.

Piero della Francesca, Madonna del parto

Il cielo, i monti azzurri lontani, superfici blu che sembrano arretrare, sono elementi che non aggrediscono ma accolgono, attirano. E in generale questo è il carattere del blu, anche se ogni sua diversa tinta possiede qualità specifiche.

dice Liane Collot d’Herbois :

Tutti i blu hanno a che vedere con la temperatura. Questo fenomeno è osservabile nella natura, dove col mutare della temperatura cambia il colore del cielo. Quando gela, e l’atmosfera è limpida, il cielo può essere di un turchese, che va verso l’oltremare. In un giorno torrido con un’atmosfera calda e spessa, il colore va dal blu cobalto all’indaco. Nel primo caso si può spaziare con lo sguardo in una grandissima distanza di turchese, che riflette la sua freddezza nell’oltremare, nell’altro vi è la qualità polverosa, vellutata del blu cobalto che trapassa nell’indaco, col suo centro interiore di calore.
Il turchese ha la luce maggiore, ed è il più freddo. E’ statico, immobile, finito. L’indaco è il più vicino alla tenebra, ed è incerto nei suoi movimenti. Contiene un calore che proviene da un fuoco spirituale. Il blu cobalto è in equilibrio tra i due: la forza della luce lo disperde verso la circonferenza, ma qui la tenebra che gli sta dietro lo spinge in avanti. Di conseguenza nel blu cobalto vi è una pulsazione che non si trova nel turchese né nell’indaco.

(cit. Liane Collot d’Herbois, Luce, tenebra e colore nella pittura terapeutica. Associazione TreUno, Prato 2009)

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